CHIEDIAMO LA LIBERAZIONE DEI 278 PRIGIONIERI POLITICI IN BOLIVIA: CIDHPDA

09 LUGLIO 2024
La Commissione iberoamericana per i diritti umani per lo sviluppo delle Americhe (CIDHPDA), attraverso il suo Consiglio iberoamericano, chiede che il governo boliviano tratti i prigionieri politici in modo equo e giusto e che i Protocolli di Istanbul e il Protocollo di Nelson Mandela siano applicati a tutti loro per conoscere la reale situazione umana di ciascuno di essi.
Recentemente, la Global Human Rights League (GHRL), un'organizzazione non governativa e senza scopo di lucro che si dedica alla difesa, alla promozione e alla diffusione dei diritti umani in tutto il mondo, ha pubblicato un rapporto sulla situazione attuale dei prigionieri politici in Bolivia, indicando un totale di 296 persone imprigionate per aver esercitato il loro libero pensiero, di cui 278 sono attualmente detenuti, 8 sono stati rilasciati e altri 8 sono stati condannati. Specifica inoltre che 250 dei detenuti sono uomini e 46 donne, tra cui 2 minori. Inoltre, si registra la morte di due prigionieri detenuti per motivi politici.
D'altra parte, la Commissione interamericana per i diritti umani, dopo la sua visita in Bolivia a marzo, ha messo in guardia sulla mancanza di indipendenza del sistema giudiziario dal governo. Nel suo rapporto Coesione sociale: la sfida per il consolidamento della democrazia in Bolivia, evidenzia una storica debolezza istituzionale intensificata dalla profonda polarizzazione politica che aggrava "il conflitto, permette l'escalation della violenza e genera le condizioni per le violazioni dei diritti umani nel Paese". Oltre a colpire le istituzioni democratiche, lo Stato di diritto e la libertà di espressione".
Per quanto riguarda il caso del commissario presidente del capitolo boliviano della CIDHPDA, Fernando Hamdan, detenuto nel carcere di San Pedro in Bolivia con l'accusa di aver partecipato alla presunta rivolta militare contro il regime di Luis Arce, la Lega Globale dei Diritti Umani riconosce il suo lavoro di attivista per i diritti umani: "Fernando Hamdan ha svolto un lavoro eccezionale, con grande etica e responsabilità. Per nessun motivo rientra nel profilo di una persona che minaccia la sicurezza di qualcuno. Al contrario, è un convinto difensore della libertà e della democrazia", ha dichiarato in una pubblicazione sul social network X.
Il Consiglio iberoamericano (CI) ha affermato che, secondo i criteri internazionali, qualsiasi persona o gruppo può essere un difensore dei diritti umani, dato che il rispetto della dignità umana e dei diritti umani fondamentali sono universali e trasversali per tutti gli esseri umani, per cui limitare le loro azioni è un atto di irresponsabilità da parte dei cetari ufficiali dello Stato Plurinazionale della Bolivia.